Il menù
Storia regole e ispirazione

Guerrino Pasticceria & Banqueting

Qual è la prima cosa che notiamo appena entrati all’interno di un ristorante? Si certo lo so cosa state pensando: la prima cosa che noti di solito appena entrato in un ristorante è la gentilezza del personale e l’arredamento.
Ma c’è una cosa che veramente può condizionare in modo significativo la nostra reputazione del ristorante e con la quale avremo a che fare tutta la serata.
Si dai lo so che hai capito, è il menù. Bene adesso che ci siamo allineati passiamo ad esaminare nello specifico la storia del menù e le sue origini.

Origine della parola:
Il termine ha origini francesi e deriva dalla parola “minuta” che sta ad indicare l’appunto scritto, che di solito o il capocuoco o il maggiordomo, erano soliti compilare per il padrone di casa, in base alle disponibilità della dispensa di casa in quel momento.

Il menù nella storia:


Ovviamente in tempi ormai lontani, il menù al quale siamo abituati noi, non aveva le stesse sembianze, ma anzi era molto diverso da come oggi viene concepito e strutturato. Infatti, si trattava piuttosto di poemetti che descrivevano le portate durante i banchetti.


La nascita del menù:


Il passaggio dal menù come veniva inteso nel passato a quello più moderno e più simile a come siamo abituati noi ad intenderlo, avvenne durante il passaggio naturale che si registrò tra il servizio alla francese molto usato all’inizio e il servizio alla russa, che prevedeva il servizio da parte del personale addetto, di un piatto alla volta e dava così, il tempo di scegliere e informarsi su quello che di lì a poco si sarebbe potuto mangiare durante il banchetto.

La consacrazione del servizio alla russa e l’ascesa del menù:
La differenza tra il servizio alla francese e il servizio alla russa verteva sostanzialmente su alcuni fattori, che differivano tra loro in modo sostanziale, nel caso del primo servizio, quello alla francese, le pietanze, venivano portate in tavola tutte allo stesso momento e tutte insieme e quindi non c’era bisogno di un vero e proprio menù, perché ognuno degli invitati al banchetto era libero di potersi costruire il proprio menù personale.
Mentre per quanto riguarda il secondo servizio, quello alla russa, i piatti venivano serviti uno alla volta, c’era un numero ridotti di piatti, minor spreco e sicuramente una maggior cura su ogni portata.
Nel 1860 grazie ad un grande della cucina francese del tempo, Urbain Dubois, il servizio alla russa, si impose in tutte le corti d’ Europa e le vivande da adesso in poi cominciarono ad essere servite una alla volta, necessitando in questo modo, di informazioni aggiuntive riguardanti i cibi serviti durante i banchetti, che il più delle volte erano scritte su appositi fogli di carta.


Il menù oggi:
Oggi ovviamente qualsiasi pranzo o cena che si rispetti, esige la presenza delle loro personalissime e dettagliate informazioni su carta, che devono essere assolutamente pensate e redatte in modo accattivante e in linea con il tema scelto per la serata.
Un buon menù, dovrebbe sempre avere almeno un minimo di 3 portate fino ad un massimo di 5. Il pesce sempre prima della carne e il dolce sempre prima della frutta.



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